A chi conviene giocare in borsa online da casa?

L’implementazione dei servizi proposti tramite le piattaforme di trading online hanno aperto praticamente a tutti le porte dell’investimento in modo “telematico”, sia con strumenti nuovi che con i classici titoli di “borsa”.

Il fatto però di ‘mettersi da casa a investire denaro’, per alcuni viene percepito comunque come un tipo di esperienza inavvicinabile, mentre per altri la semplicità di accesso viene interpretata come un’attività fin troppo facile. Chi ha ragione?

Al giorno d’oggi, con i canali di informazione ed i servizi di simulazione e di formazione, giocare in borsa può essere veramente alla portata di tutti, purché questo tipo di attività non venga percepito in modo troppo semplicistico.

Ci sono quindi dei passaggi obbligatori, che solo in parte coinvolgono la scelta della piattaforma migliore, ma che devono partire a monte nell’individuazione degli obiettivi e dei mezzi che si hanno realisticamente a disposizione per raggiungerli.

Il primo passo: individuazione degli obiettivi e del budget

Secondo la direttiva Mifid, le banche o le società che offrono servizi di mediazione per gli investimenti, devono far compilare un formulario al potenziale investitore così da aiutarlo nell’individuazione del profilo di rischio e degli obiettivi di “investimento”.

Nel caso in cui si decidesse di giocare in borsa online questo aspetto verrebbe meno, ma per sopperire a questo limite si può richiedere una consulenza “senza impegno” con la propria banca, così da ottenere queste informazioni, e regolarsi di conseguenza.

Invece per la parte del budget si devono seguire le linee generali del Money Management, tenendo presente che sulle azioni o titoli ad alto rischio, non si dovrebbe destinare più del 10- 15% del risparmio totale che si ha a disposizione. (Vedi anche Azioni Luxottica)

Scelta della piattaforma e del “target” di investimento

La prima cosa da considerare sono i costi che si dovranno sostenere sia per usufruire dell’uso della piattaforma che per la custodia dei titoli. A questi si aggiungono le eventuali imposte dovute e le singole commissioni applicate. Alcune banche si fanno carico di una parte delle spese e possono offrire anche dei costi forfettari, ma per la convenienza bisogna valutare il tipo di trading e il volume generato dalla propria operatività.

Sul tipo di titoli sui quali si andrà ad investire invece si deve considerare se si vogliono ad esempio azioni “mature” con rendimenti costanti tramite la distribuzione dei dividendi (facilmente individuabili andando a vedere lo storico dei dividendi già distribuiti), oppure se si vuole avere un approccio più speculativo sulla compravendita dei titoli stessi (vedi anche Speculare in borsa).

In quest’ultimo caso si deve considerare anche il tempo che effettivamente si può spendere nell’attività di trading e soprattutto nella fase informativa e di studio che diventa fondamentale per supportare le varie scelte di investimento come il calendario economico, maggiori informazion, spot o ricorrenti,gli assets ecc).

Errori da non commettere

Le scelte non devono mai essere dettate dalle emozioni, per cui è meglio non acquistare azioni ad esempio della propria squadra del cuore e nelle fasi di discesa del mercato, non bisogna correre a vendere per evitare di consolidare le perdite, ma rimanere lucidi e valutare eventualmente la possibilità di acquistare altre azioni a prezzi più bassi, sfruttare strategie di copertura del rischio, ecc.