Indice Nikkei: cos’è e come funziona

Tra i vari indici, che esprimono il valore medio ponderato di negoziazione dei principali titoli borsistici, un ruolo importante è coperto sicuramente dall’indice Nikkei (più precisamente indice Nikkei 225).

Si tratta infatti di un indice che va considerato sia da parte di coloro che vogliono farvi trading direttamente (sull’indice stesso oppure su azioni che lo compongono), che indirettamente. Per questo secondo aspetto non dobbiamo solo considerare il trading su derivati che lo sfruttano come sottostante, ma anche investimenti su borse o indici europei, che, come vedremo in seguito, sono ampiamente influenzati dall’andamento della Borsa di Tokyo.

Di cosa si tratta

logo indice nikkei

L’indice Nikkei 225 è definito in questo modo in quanto riporta il valore medio della quotazione dei principali 225 titoli quotati nella Borsa di Tokyo (TSE o Tokyo Stock Exchange). Questo ‘index’ viene calcolato ogni giorno in cui la borsa giapponese è aperta dal quotidiano Nihon Keizai Shinbun. Quest’ultimo è uno dei più grandi quotidiani al mondo, con una tiratura superiore ai 3 milioni di giornali venduti al giorno.

Si tratta di un indice con una lunga storia in quanto è nato nel 1950, anche se nel corso degli anni la cadenza del calcolo della media (i vari aggiornamenti a borsa aperta) è cambiata. Per la precisione dal 2010 a oggi viene calcolata a intervalli di 15 secondi gli uni dagli altri. Proprio per questo, come ogni altro indice mondiale, non offre una media ‘in tempo reale’ anche se il differimento temporale è evidentemente molto ridotto.

Composizione

A livello di titoli che lo compongono, c’è una rappresentazione tutto sommato completa dell’andamento delle principali aziende giapponesi di ogni settore: si tratta infatti delle prime 225 aziende quotate per capitalizzazione. Non c’è quindi un carattere settoriale (non è solo tecnologico, o solo energetico, ecc). Riassumendo i settori presenti nell’indice sono:

  • alimentazione
  • assicurazione
  • automobili
  • banche
  • cantieri navali
  • carta
  • chimica
  • compagnie di trasporto
  • comunicazione
  • costruzione
  • energia elettrica
  • farmaceutica
  • ferrovie e bus
  • gas
  • gomma
  • immobiliare
  • macchinari elettrici
  • magazzinaggio
  • manifattura
  • metalli non ferrosi
  • miniere
  • pesca
  • petrolio e carbone
  • prodotti in acciaio
  • retail
  • sicurezza
  • tessile
  • trasporto aereo
  • trasporto marittimo
  • trasporto terra
  • vetro e ceramica

La completezza di settori di interesse, e il fatto che la ‘chiusura’ dell’indice Nikkei avvenga prima dell’apertura delle Borse Europee e dopo la pubblicazione degli indici Usa (come il Dow Jones), fa capire non solo la sua importanza ma anche l’impatto che può avere nell’andamento delle borse principali in Europa, almeno sulle rispettive fasi di apertura.

Principali fattori da considerare per il suo andamento

Le condizioni di salute, o viceversa di difficoltà, dell’economia giapponese, sono il principale fattore che può condizionare il trend dell’indice Nikkei (approfondimento: Supertrend). Si tratta inoltre di un indice che è anche molto condizionato dall’economia americana, soprattutto per il fatto che l’economia nipponica dipende molto dalle esportazioni.

Una contrazione delle importazioni Usa (uno dei principali paesi importatori) e quindi dati macro deludenti (sotto le attese) oltre che una guerra ‘monetaria’ globalmente oramai sempre sugli scudi (con apprezzamenti, svalutazioni o applicazione di dazi, ecc), sono tutti dati che possono spingere verso l’alto o il basso l’indice Nikkei stesso. Se guardiamo il grafico che riporta l’andamento storico (Fonte: Investing.com – 31 ottobre 2019) vediamo che il valore dell’indice è rimasto a lungo, dagli anni 90 fino a oggi, al di sotto della soglia dei 22500 punti, e che il periodo d’oro risale agli anni ‘90.

andamento storico indice nikkei

Gli anni novanta hanno infatti rappresentato il periodo di maggiore diffusione dei prodotti altamente tecnologici giapponesi oltre che il fulcro del boom inerente anche al settore auto. Il punto di massimo fu raggiunto nel periodo della bolla speculativa giapponese (a quota 38957.44, il 29 dicembre 1989).

Per quanto riguarda gli anni della crisi mondiale, a cavallo del 2010, come per il resto dei Paesi dell’occidente industrializzati, il trend è stato ridotto a valori molto bassi, ma tutto sommato a lungo costanti. Da segnalare invece negli ultimi tre anni un trend tutto sommato in costante crescita che ha portato l’indice dal minimo pari a 14952 del 12 febbraio 2016 ad un massimo di 24120 registrato alla fine del 2018.

Come fare trading?

schermata con indice nikkei

Dobbiamo fare una premessa: gli indici generalmente riducono il ‘rischio’ di volatilità, proprio perché si basano su una media ponderata, tuttavia se si considera il grado di volatilità dei principali indici messi a confronto, il Nikkei 225 risulta sicuramente tra i più volatili. Ciò, come abbiamo già accennato, è dovuto al tipo di economia’ reale’ giapponese, che si basa in modo molto sbilanciato sulle esportazioni e di conseguenza risente in modo amplificato delle variazioni che si hanno nelle economie internazionali.

L’investimento su questo indice è possibile anche tramite la sottoscrizione di prodotti, anche di tipo index linked, che lo usano come sottostante, ma di norma si devono scegliere prodotti ben bilanciati che vedono solo una percentuale non maggioritaria proprio sul Nikkei (compensando con Dow Jones, S&P 500, ecc).

Se si vuole fare un investimento esclusivo sull’indice Nikkei potrebbe essere utile prendere in considerazione prodotti tipo i Cfd (approfondimento: Lista Broker CFD), che permettono di investire anche piccole somme. Tuttavia qualsiasi sia la scelta fatta, a meno che non ci si avvalga della consulenza di un esperto finanziario, bisogna rimanere sempre ben informati sulle dinamiche che condizionano il trend nella Borsa di Tokyo (da calendario economico almeno le informazioni più importanti) e le principali interazioni con le altre borse a livello mondiale.

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