Penny stock: consigli per chi vuole fare trading a meno di 1 euro

Quando ci si avvicina al trading in azioni, si pensa che per poter rischiare di meno convenga acquistare titoli che hanno un prezzo molto basso. Questa “credenza” è diffusa tra i traders di tutto il mondo, che quindi guardano con più tranquillità quelle che hanno la definizione di Penny Stock. Che cosa sono e perché si chiamano in questo modo? Perché si tratta di titoli azionari che hanno un prezzo che è al di sotto di una soglia predefinita, che varia da Paese a Paese.

In Inghilterra rientrano nelle penny stock le azioni che costano meno di una sterlina, negli usa secondo la commissione di vigilanza della borsa, la Sec devono avere un costo sotto i 5 dollari, ma per prassi i traders si riferiscono a quelle sotto il dollaro. Quelle italiane sono considerate tali se il prezzo è sotto 1 euro. Una volta compreso cosa sono, bisogna passare a valutare se permettano grandi guadagni, e il rapporto che offrono tra rendimenti attesi e rischi.

Quanto fanno guadagnare?

A differenza di quanto si possa pensare, le penny stock non permettono di fare previsioni certe sui possibili rendimenti. Ciò accade perché da una parte possono potenzialmente portare a elevati guadagni, ma correndo notevoli rischi. Infatti sono caratterizzate da ampia volatilità, ed anche con uno stile di trading fortemente speculativo, bisogna avere un’elevata operatività per poter guadagnare cifre interessanti.

L’idea che un titolo così sottovalutato vada incontro a un improvviso apprezzamento, in più in tempi brevi, è sbagliato ed estremamente pericoloso. In più acquistare questi titoli per tenerli in portafoglio con l’ottica del cassettista è un rischio ancora più grande, anche perché si tratta di titoli che generalmente non offrono un dividendo, e quindi un ritorno costante nel tempo o quasi.

Consigli pratici

Le penny stock possono non rappresentare una valida scelta, ma se si è convinti a proseguire su questa strada, si dovrebbero tener presenti i seguenti consigli, volti a ridurre i rischi, o ad esserne più consapevoli:

  1. conoscere gli aspetti di maggior rischio che le caratterizza: si tratta di titoli che generalmente non sono accompagnati da grandi o approfondite informazioni. Anzi spesso l’aspetto informativo è piuttosto scarso. In più si tratta di società che hanno poche “condizioni” obbligatorie da rispettare (discorso ancora più completato se si scelgono quelle non italiane). Infine sono dotate di minore liquidità per cui chiudere le posizioni potrebbe essere molto complicato;
  2. scegliere un intermediario con un ottimo servizio di informazioni, anche su queste azioni;
  3. stato di salute dell’azienda e in quale mercato sono negoziate: evitare quelle negoziate nei mercati OTC (ovvero non regolamentati). Controllare lo stato di salute dell’azienda che le ha emesse: se non è buono allora bisogna evitarle assolutamente;
  4. attenzione alle campagne pubblicitarie: queste azioni sono spesso spinte proprio tramite attività di marketing create ad hoc. Bisogna invece basare la scelta su dati oggettivi derivanti dall’analisi tecnica sui titoli che interessano. L’acquisto va fatto sulla base di strategie programmate . Mai fidarsi di consigli non richiesti arrivati in e-mail, oppure se consigliati in forum, ecc. La scelta tra strategie long o short va fatta considerando l’esperienza, l’assiduità e la diversificazione del portafoglio (mai fare short sell).