Quotazione cacao: cosa valutare prima di investire

Tra le commodities del settore agricolo, appartenenti ai cosiddetti generi ‘coloniali’ troviamo anche il cacao. Si tratta di una materia prima molto usata sia nel settore alimentare che quello del benessere e che quindi può sfruttare una domanda in aumento. Tra l’altro il Theobroma cacao presenta alcuni innegabili vantaggi e cioè:

  • è un prodotto “durevole” nel senso che non è a facile deperimento, il che permette di fare leva sull’aspetto delle scorte;
  • richiede tecniche molto semplici e a buon mercato per la sua preparazione e utilizzo.

Tutti questi aspetti vanno considerati per seguire in modo corretto le oscillazioni di prezzo del prodotto, che tra gli svantaggi presenta il limite climatico legato alla coltivazione: per la sua produzione si devono infatti verificare condizioni climatiche ben specifiche tipiche della zona compresa tra il ventesimo parallelo nord e quello sud. Proprio per questo i principali produttori sono: Indonesia, Costa d’Avorio, Brasile, Ghana e Nigeria.

(Fonte: Makechocolatefair org – Data: 26 marzo 2019)

Quotazione e borsa

La quotazione in borsa avviene soprattutto tramite i futures, con scadenze che possono essere: nel mese di marzo, quello di maggio, di luglio, di settembre e di dicembre. Il principale mercato borsistico è il Liffe di Londra mentre gli orari di negoziazione vanno dalle ore 18:00 alle ore 17:00 del giorno successivo, a partire dalla domenica fino ad arrivare al venerdì. Il tick di identificazione internazionale è CC e il prezzo della materia prima viene espresso in dollari per tonnellata di cacao (ma ogni contratto quota 10 tonnellate). La quotazione dei futures è invece espressa in sterline inglesi per tonnellata (ma la quantità minima negoziabile è sempre di 10 tonnellate per contratto). L’organizzazione che gestisce il mercato, al fine di garantire anche la massima trasparenza da parte dei vari produttori è la International Cocoa Organization (ICCO), la quale definisce un indicatore di riferimento giornaliero che viene ottenuto come risultato della media della quotazione di una serie di futures scambiati a Londra e a New York.

Variazione dei prezzi

(Fonte: Investing com – Data: 26 marzo 2019)

Nel grafico qui sopra vediamo il trend della quotazione del cacao dal 1975 ad oggi, che presenta evidentemente fasi molto variabili tra picchi repentini e forti cadute dei prezzi. Situazione che in parte viene replicata anche in orizzonti di tempo molto più brevi, come dimostra il grafico seguente sul future del cacao a brevissimo periodo.

(Fonte: Investing com – Data: 26 marzo 2019)

Per quanto riguarda le condizioni che influenzano maggiormente il trend del prezzo del cacao come materia prima, trattandosi comunque di un prodotto agricolo, c’è la produzione annua (che tuttavia avviene in diverse parti del globo e quindi con fasi molto diverse tra loro), e l’aspetto delle riserve. Quest’ultimo punto ad esempio ha avuto un grande peso in un degli ultimi rush verso l’alto della quotazione (anno 2017), quando fu messo a segno un bel salto in avanti del prezzo (dai 1700 dollari oltre la soglia dei 2 mila dollari).

Come sarà il 2019?

Il futuro del cacao vive in una condizione di stallo che porta ad opinioni contrastanti da parte degli esperti. Si passa infatti da previsioni non particolarmente ottimistiche sul prezzo (come affermato ad esempio da Fitch Solutions) a posizioni più positive legate all’immutato interesse degli investitori mediorientali nell’agribusiness in generale (compresa la coltivazione e lavorazione del cacao). Detto questo prima di investire è essenziale osservare con attenzione alcuni punti facilmente reperibili ad esempio attraverso i bollettini mensili dell’Organizzazione internazionale del cacao e cioè:

  • produzione annua complessiva (se in sud America va male per questioni climatiche, è probabile che in Asia la situazione proceda bene grazie alla diversificazione geografica per la produzione);
  • stato delle riserve (con riserve elevate, senza un’impennata delle richieste dei produttori che ne fanno uso è difficile ipotizzare grandi variazioni, e i produttori hanno un minor margine per far leva sui prezzi);
  • tipologia del cacao (il prezzo può variare molto per la provenienza dovuta alla qualità).

Come si può investire?

E’ possibile investire sul cacao sia in modo diretto che in modo indiretto. Se si sceglie il modo diretto in realtà si hanno due possibilità. Per la precisione è possibile:

  • acquistare la materia prima: con la quotazione cacao del 26 marzo 2019, ci si impegnerebbe di circa 20 mila dollari per un contratto base, ma poi si dovrebbero considerare i costi di immagazzinamento e mantenimento, oltre ai trasporti;
  • diventare azionisti delle società che lo producono (produttori) o che lo impiegano come materia prima (multinazionali che usano la materia prima per produrre i prodotti).

Se si vuole fare un investimento indiretto, la forma più “antica” è quella dei futures: quindi fare trading sui contratti future, facendo attenzione alle scadenze e con un’ottima conoscenza del mercato nel quale si va a investire oltre che sullo strumento. In alternativa, potendo anche sostenere investimenti con importi più bassi, è anche possibile fare trading su:

  • Etf: si devono scegliere con attenzione i fondi che investono nel cacao, tenendo conto delle performance dei periodi precedenti e del livello ‘dinamico’ del fondo stesso. Con questo sistema si può contare anche su una buona diversificazione (della quale generalmente si occupa il gestore del fondo stesso), ma bisogna nutrire una grande fiducia proprio sulle capacità dei gestori stessi;
  • Cfd: l’importo da investire in questo caso può essere anche molto contenuto (a partire da qualche decina di euro). Detto questo è logicamente necessario scegliere un broker che permette di usare il cacao come sottostante dell’investimento scelto. Il vantaggio con i contracts for difference sta nel fatto che non si deve sperare in una salita del prezzo, potendo guadagnare anche nel caso di un’eventuale discesa.

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