Trading sui derivati – Come ridurre i rischi?

All’inizio degli anni ‘90 il trading sui derivati ha incontrato un successo e una popolarità crescente. E’ però errato sostenere che l’investimento sui derivati è un frutto solo dei nostri tempi. La prima forma di strumento finanziario derivato, che oggi ha il nome di future, risale infatti al periodo in cui negli Usa si consolidò e standardizzò il mercato del cotone, del caffè, ecc.

Poi ovviamente c’è stata un’evoluzione e una formalizzazione di questo tipo di strumento, che inizialmente rispondeva alla necessità di ridurre il rischio legato alle fluttuazioni dei prezzi, ma che successivamente si rivestì anche della possibilità di speculare come un normale strumento finanziario. Ciò ha portato alla diffusione di altri strumenti, come i Cfd, gli options e i covered warrant (vedi anche Miglior broker per CFD). Oggi la forma più moderna di derivati è invece rappresentata dalle opzioni binarie.

Differenza tra il trading su azioni, indici e materie prime e loro derivati

Nel trading online si ha bisogno, indipendentemente dallo strumento scelto per fare gli investimenti di:

  • una buona piattaforma;
  • un budget da assegnare alle scelte operative di trading;
  • una connessione (internet o da mobile);
  • una strategia.

Come si può notare, di base, per investire in azioni o valute, oppure nei loro strumenti derivati, non si ha bisogno a monte di strumenti e elementi fondamentali differenti. Qual è quindi la principale differenza per il trading sui derivati e i prodotti finanziari non derivati?

Questa risiede nel fatto, che indipendentemente che lo strumento sia negoziato nei mercati regolamentati o Over The Counter, nel caso del trading in azioni “spot” si acquista o si vende il titolo fisicamente (nel caso delle azioni oggi chi compra titoli di una società, che si tratti di Google, Apple, o Italcementi di fatto diventa azionista di quella stessa società in misura pari alla quota societaria detenuta).

Invece quando si fa trading dei derivati si acquista un’opzione ma non si acquista il sottostante. Per capire meglio il concetto pensiamo al trading sul forex e quello di opzioni binarie che sfruttano il forex come sottostante. Nel primo caso quando facciamo trading (il che avviene in un mercato Otc) acquistiamo virtualmente la valuta sfruttando il valore dato dal tasso di cambio presente in quel momento. Nel caso di trading in opzioni binarie non si acquista la valuta ma solo il “trend” che il sottostante scelto può prendere.

Mercato regolamentato vs mercati OTC

L’appartenenza ad un mercato regolamentato e non regolamentato non costituisce una discriminante per poter distinguere il trading sui derivati dai prodotti non derivati. Infatti troviamo prodotti finanziari appartenenti sia all’uno che all’altro mercato. Ad esempio i futures sono derivati negoziati nei mercati regolamentati, e ciò fa sì che rientrino tra i contratti di tipo standardizzati. Le opzioni binarie invece fanno parte dei mercati non regolamentati. Ma anche per gli strumenti finanziari spot si può avere questa differenza: il forex appartiene agli OTC mentre le azioni a quelli regolamentati, ecc.

Ovviamente può sorgere qualche timore quando si ha a che fare con prodotti appartenenti ai mercati non regolamentati, ma in questo caso si tratta di timori infondati, sempre che si scelga di fare trading online con broker autorizzati. L’appartenenza ad un mercato regolamentato assicura solamente che gli strumenti finanziari siano standardizzati, ma per l’affidabilità e la qualità della piattaforma del broker o della banca a cui ci si affida bisogna andare a valutare le recensioni di siti specializzati o le valutazioni effettuate dagli utenti.

Quali sono i più rischiosi?

I derivati si sono conquistati una fama piuttosto “dubbia” sul fronte della solidità e della sicurezza a causa dell’impiego spregiudicato che ne è stato fatto (stesso discorso per le vendite allo scoperto che di fatto nei periodi più caldi della crisi dei mercati finanziari sono state spesso bloccate o sospese).

Uno strumento finanziario può risultare più o meno rischioso a seconda del tipo di uso che se ne fa. Ad esempio nel caso di strategie di copertura del rischio (come nel caso dell’hedging) l’uso è finalizzato ad un contenimento delle scelte generalmente speculative fatte con strumenti finanziari di tipo spot. Una strategia fortemente speculativa ad esempio nel caso delle azioni espone a livelli di rischio molto elevati.

Ripetiamo: non è lo strumento finanziario in sé che lo rende rischioso, ma piuttosto il tipo di strategia adottata, o il fatto che si investa senza seguire alcuna strategia e, soprattutto, senza una buona preparazione di fondo.

Come funzionano i derivati?

Per poter scegliere liberamente se effettuare il trading online in derivati, bisogna quindi prima comprenderne il funzionamento, dopo averne capita ovviamente la natura. Infatti abbiamo detto che uno strumento derivato non porta al possesso fisico del sottostante, il che alleggerisce dal peso, dai costi di custodia e di gestione, che si avrebbero altrimenti.

Prendiamo il caso di un derivato sull’oro. Se facessimo trading direttamente sull’oro dovremmo trovare una banca che fisicamente custodirà il metallo prezioso, ed anche sulla quantità di oro da acquistare potremmo essere limitati. Nel caso dei derivati si acquista una “possibilità” che l’oro abbia una certa evoluzione nel suo valore. Solo se il derivato dovesse arrivare alla scadenza (come nel caso dei future e delle options) allora chi ha in quel momento il derivato si ritroverebbe anche il bene del sottostante stesso.

Infatti la natura ‘base’ della negoziazione ad esempio dei future (meccanismo comune ai vari derivati) sta nel fatto che l’obiettivo di chi investe sullo strumento derivato è quello di utilizzarlo in via transitoria, per un certo lasso di tempo, senza arrivare alla scadenza del contratto. Per far funzionare il mercato di questi prodotti c’è un divario considerevole tra il valore del derivato e quello del sottostante, che mano a mano che si avvicina la scadenza, tende a ridursi fino a coincidere. Ciò rende il mercato più liquido e più rischioso nelle fasi iniziali, spingendo verso un appiattimento della situazione mano a mano che ci si avvicina verso la scadenza.

L’effetto del “rischio” o potenziale guadagno può aumentare ulteriormente nei contratti a leva (come ad esempio i Cfd). Vista la complessità che caratterizza questi strumenti (per i quali bisogna arrivare a familiarizzare anche con i concetti e sistemi di marginazione e di rollover) via via sono stati ideati degli strumenti derivati sempre meno complessi. Il miglior risultato, in questo processo di semplificazione, è stato raggiunto con le opzioni binarie che presentano numerosi vantaggi tra cui:

  • conoscenza ex ante del valore della possibile perdita o del potenziale guadagno;
  • possibilità di investimento di somme molto basse (a partire da 1 euro);
  • tempi brevi per conoscere l’esito della propria scelta di trading.