Etf Cina: su quali azioni investire?

Nell’autunno del 2020 ci sono state novità per quanto riguarda gli ETF Cina. Grazie infatti all’apertura del governo del dragone all’avvio delle quotazioni nella borsa di Hong Kong di ben 4 ETF (uno dei quali segue il benchmark CSI 300), il lungo lavoro iniziato nel 2016 sembra aver raggiunto dei risultati importanti.

Non a caso gli ETF cinesi hanno un grande appeal internazionale (anche in zona euro), trattandosi di prodotti collegati a panieri di azioni (o indici) delle borse di un Paese che in 30 anni ha segnato un trend impressionante per quanto riguarda la crescita del PIL: dal 2% di circa 30 anni fa a +16% ante periodo del Covid 19 (che ha segnato una recessione economica a livello globale).

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Perché tenere d’occhio l’exploit dell’economia cinese

Di fronte a ogni crisi economica, spesso innescata dalle difficoltà del settore finanziario, ci si è spesso domandati quali sarebbero state le conseguenze con un’economia più solida.

La risposta è arrivata proprio da quella cinese che da sempre è fortemente legata all’economia reale (in primis con quella manifatturiera). La Cina non ha avuto infatti difficoltà quando il resto del mondo, a causa della crisi dei mutui, si è trovato a cercare sostegno proprio in un ritorno difficoltoso all’economia legata alla produzione.

Le ragioni sono legate a scelte ‘storiche’ operate da parte del governo del dragone, che se da una parte hanno tenuto a freno il processo di digitalizzazione (molto più avanzato nel resto del mondo), dall’altra hanno rafforzato la struttura portante dell’economia stessa con l’aumento di produzione, un potenziamento delle esportazioni e attente operazioni di svalutazione della propria moneta.

Approfondimento: Dove investire oggi.

I tempi più recenti

Una volta raggiunti questi obiettivi è scattato il piano di rinnovo e aumento della componente tecnologica nei vari comparti, con l’avvio di un piano che si dovrebbe concludere nel 2025, che prevede proprio un progressivo aumento del digitale. Per questa ragione la battuta di arresto dell’economia mondiale non ha sorpreso troppo gli analisti per quanto riguarda la situazione economica della Cina, che già nel 2019 aveva avviato un rallentamento, in gran parte già preventivato, per assecondare il processo di modernizzazione.

Tuttavia non sono mancati ostacoli non preventivati, come la battaglia dei dazi con gli Stati Uniti, che ha coinvolto vari settori, mettendo al centro della disputa le esportazioni e costringendo la Cina a rivolgere maggiore attenzione ad altri mercati, in prima battuta quello europeo.

In un panorama di questo tipo, nonostante l’appeal che l’economia cinese può presentare, rimangono molte incognite e questo spiega la necessità di riferirsi a prodotti con un livello di rischio più basso come gli ETF, che per loro stessa struttura, replicano i benchmark, senza cercare delle soluzioni più ‘avventurose’.

Gli ETF usano come sottostanti assets molto diversi, dagli indici alle azioni, dalle obbligazioni ai fondi, garantendo un’ampia diversificazione. Ovviamente la scelta che si intende fare sul tipo di ETF va ponderata e inserita in un piano strategico di investimento, per evitare sovrapposizioni.

Quali alternative si possono valutare?

La forza e la potenza economica della Cina mantiene l’interesse degli analisti molto elevato. In particolare sono stati evidenziati alcuni di questi prodotti come dei sorvegliati speciali, da valutare quantomeno se si è alla ricerca di ETF Cina. Parliamo di quelli che usano come sottostanti indici, e che quindi considerano un andamento globale di almeno un comparto economico, paniere o tipologia di settore.

Huatai-PineBridge CSI 300 ETF

Abbiamo in apertura fatto riferimento a un ETF indicizzato al CSI, come new entry delle possibili alternative. Qui andiamo però a considerare un ETF che vanta già una certa anzianità, per cui si può controllare il trend storico. Qui infatti si considera l’andamento delle 300 principali società quotate alle borse di Shanghai e di Shenzhen.

Il settore di riferimento (prevalente ma non esclusivo) è di tipo finanziario con circa un terzo del portafoglio totale, dove la presenza più massiccia è rappresentativa del comparto assicurativo dove spicca il colosso Ping An Insurance (partecipazione pari al 7,7 %). Il trend degli ultimi 12 mesi ha raggiunto un rendimento di circa il 22.8% (approfondimento: Strategia Supertrend).

Cina Southern CSI 500 Index ETF

Se il quasi 23% dell’ETF appena trattato sembra interessante e difficile da superare, potrà risultare ancora più forte quello di questo altro ETF, con un trend in 12 mesi di circa il 26%. Qui il sottostante è proprio l’indice CSI 500, che esprime l’andamento in borsa dei 500 titoli di medio-piccola che sono sempre quotati nelle borse di Shanghai e Shenzhen.

Dato il numero di titoli, anche la diversificazione di rappresentazione dei vari settori è molto più ampia. Può comunque essere riorganizzata e suddivisa in un 43% del portafoglio composto da azioni influenzate fortemente dall’economia cinese, e circa il 38% da compagnie attive nell’industria ciclica.

ChinaAMC China 50 ETF

Il sottostante di questo ETF è l’indice dei titoli quotati nella Borsa di Shanghai 50, ovvero dei primi 50 titoli più capitalizzati nella borsa di Shanghai. Anche qui ad avere uno dei maggiori pesi troviamo la Ping An Insurance che tocca quasi il 17% del totale. Al secondo posto c’è la Kweichow Moutai (che tocca quasi l’8.7%), poi la China Merchants Bank (con circa un 6.6%) e a seguire l’Industrial Bank Co (con circa il 4.7%). Qui il rendimento negli ultimi 12 mesi è stato di circa il 16%.

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IShares MSCI Cina ETF

Come si capisce dal nome, il sottostante di questo ETF è l’indice MSCI China Index. Questo indica il trend di azioni di società medie e grandi, sempre quotate alle borse di Shanghai e Shenzhen. A livello merceologico e settoriale, la percentuale maggiore riguarda le compagnie impegnate nel settore delle comunicazioni e quelle nei consumi.

Come leadership troviamo in cima alla lunga lista: Alibaba (circa il 18% del peso totale del portafoglio), poi Tencent (poco meno del 14%), poi la China Construction Bank (circa il 3.6%), la Ping An Insurance (con circa il 3.1%) e la China Mobile (con circa il 2.4%). Il trend degli ultimi 12 mesi dell’ETF è stato di poco superiore de 5%.