Commissioni trading online: consigli utili per risparmiare

Il trading online rappresenta oggi una possibilità di guadagno accessibile a chiunque abbia un conto corrente con internet banking dotato del servizio di trading o per coloro che scelgono di aprire presso un broker un conto per poter fare forex trading, in opzioni binarie, cfd, ecc. Nella scelta iniziale bisogna considerare, tra i vari fattori, anche il livello, il tipo e l’entità delle commissioni di trading che saranno applicate.

Rispetto ad esse vediamo innanzitutto che c’è una grande differenza tra le scelte commissionali condotte dalle banche e dai broker, con un’ampia diversificazione presente poi all’interno di ciascuna categoria. Per questa ragione si avranno possibilità di guadagno ‘netto’ differenti, a parità di scelte di investimento fatte, a seconda che si vada a tradare con Webank, Fineco, Intesa Sanpaolo o altro Istituto di credito. Lo stesso discorso riguarda i vari broker, che possono decidere di applicare commissioni variabili o spread fissi, con valori molto differenti.

La scelta dei costi “fissi” o variabili tra le principali banche

Il calcolo del guadagno netto, come abbiamo accennato, dipende in parte anche dalle commissioni di trading che saranno applicate dalla banca o dal broker. Tale calcolo è generalmente più semplice nel caso dei broker perché le interfacce utilizzate mettono in evidenza gli spread che saranno applicati, mentre nel caso dei sistemi di trading online offerti dalle banche questo tipo di valutazione difficilmente è ben evidenziata.

Inoltre le banche adottano dei sistemi commissionali molto diversificati, il che li rende confrontabili, ma in alcuni casi con elevate difficoltà. Ciò non toglie che ci sono dei sistemi che risultano migliori rispetto ad altri ad esempio per facilità di gestione, e soprattutto in base alla convenienza personale. Questa può essere raggiunta optando, quando possibile, per le commissioni di trading a forfait, al posto di quelle proporzionali o in percentuale. Vediamo per capire meglio un confronto tra le scelte e le promozioni proposte da alcune banche.

Webank: gratis fino a 30 giorni e 1000 euro

Webank propone due profili commissionali: quello a commissioni variabili e quello a commissioni fisse, che applica un sistema degressivo a seconda del volume realizzato di trading sul mese precedente.

Commissioni mese precedente Commissioni fisse Commissioni variabili
fino a 500 euro 12 euro 0,19% (con un minimo di 2,75 euro e un massimo di 18,90 euro)
tra 500 e 1000 euro 8 euro 0,17% (con un minimo di 2,75 euro fino a un massimo di 12,90 euro)
tra 1500 e 2000 euro 4 euro 0,15% (con un minimo di 2,75 euro fino a un massimo di 9,90 euro)
al di sopra dei 2000 euro 2,75 euro 2,75 euro fisso per azioni e obbligazioni, mentre per i derivati 1,90 euro

Come bonus troviamo: 1000 euro di commissioni di trading gratuite, 1000 euro di imposta di bollo e spese di gestione gratis. E’ possibile scegliere tra tre piattaforme.

Directa: ben tre sistemi tra degressive fisse o variabili

Directa propone la varietà di alternative più ampia, permettendo di sfruttare ben tre tipologie di profili. Le commissioni di trading cambiano a seconda degli strumenti tradati, ma in generale si va da 1 a 8 euro (come minimo e massimo) per le degressive, mentre per quelli fissi 5 euro per ordine eseguito. Quelle variabili infine prevedono soprattutto le commissioni tra 1,9 per mille e 1,3 per mille. Non ci sono spese di gestione ricorrenti, ma è previsto un costo di ingresso fisso una tantum di 155 euro. Quindi si tratta di un’offerta che va bene per chi non fa trading in modo occasionale.

Fineco: possibilità di utilizzare la piattaforma professionale Power Desk

Le commissioni di trading di Fineco sono a scelta variabili (con percentuale dello 0,19%) oppure a forfait. Per queste ultime il costo applicato dipende dalla fascia di appartenenza, e si riduce mano a mano che si sale di importo di commissioni, che sono:100, 1500 euro e 2500 euro. Fino a 100 euro si avranno 19 euro di commissione fissa mentre nella fascia tra 100 euro e 1500 euro 9,95 euro (o dollari). Se si superano 1500 euro di commissioni totali (detto ‘monte’) si scende a 6,85 euro per ordine eseguito, mentre al di sopra dei 2500 euro si scende ulteriormente a 2,95 euro. Nel caso del trading su Cfd questo è senza commissioni. L’importo massimo previsto è di 1995 euro che con l’aumentare del volume di trading, per la componente fissa, può scendere fino ad un minimo di 2,95 euro.

Intesa Sanpaolo: canone azzerabile per la piattaforma

La trading + di Intesa Sanpaolo costa 25 euro al mese, ma raggiungendo 20 ordini mensili il canone viene azzerato. Per quanto riguarda le commissioni sull’operatività si potrà scegliere tra la versione “flat” e quella “preliminare”. La prima è a forfait mentre per la seconda il costo è in funzione del volume di trading e tipo di strumento scelto. Per questa si parte da un minimo di 1,5 euro e l’applicazione di commissioni pari all’1,8 per mille del volume tradato, mentre il massimo applicabile è di 18,50 euro. L’importo delle commissioni varia anche a seconda che il trading venga effettuato via telefono, app oltre che pc.

Conclusioni

Le commissioni di trading applicate dai broker sfruttano i pips, ed in alcuni casi si parte da valori molto bassi. Anche in questo caso la scelta va fatta in funzione del tipo di strumento scelto, con commissioni pari a zero nel caso del Cfd e spread molto ridotti soprattutto per le major nel caso del trading forex (per le opzioni binarie vale un discorso molto differente).

Tra i broker con commissioni più basse ad esempio troviamo Plus500, Iq Option e XM.
Ovviamente nel caso in cui si dovesse avere la possibilità di scelta tra commissioni fisse e quelle variabili (il che dipende anche dal tipo di account che è stato scelto), a meno che non si sia esperti e sia stata raggiunta una certa esperienza proprio nelle fasi operative del trading in cui ci si è specializzati, è sempre meglio optare per le commissioni fisse calcolate con l’applicazione degli spread, sotto forma di pips.