Quotazione soia 2019: prezzi e stime future

La quotazione della soia come ‘prodotto’ vede come borsa principale quella di Chicago in ambito mondiale, mentre per l’Italia quella più importante risulta essere quella di Bologna. Detto questo a livello di trading si ha un’intensa attività di negoziazione dei futures che sfruttano la soia come sottostante. Ovviamente la relativa quotazione si ha in tutte le principali borse, da quella di Milano a quella di Londra, ecc. Il tick mondiale con il quale avviene l’identificazione del prodotto “soia” è SZ.

I CFD sui futures che hanno come sottostante la soia vengono quotati in dollari Usa per 100 bushel (1 contratto comprende 100 bushel, mentre un lotto è formato da 80 misure di 100 bushel), dove il bushel è la misura ‘ufficiale’ di volume e di peso:

  • 1 bushel negli Stati Uniti è pari a 35.2391 litri;
  • mentre 1 bushel di semi di soia in chili è pari a 27.216.

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Utilizzo e produzione

Per quanto riguarda il tipo di uso della soia, che negli ultimi decenni ha vissuto una diffusione sempre più ampia, l’ambito dove c’è il maggior impiego è sicuramente quello alimentare (soprattutto per l’alimentazione degli animali dove è il prodotto maggiormente usato). In notevole crescita è invece quello legato alla produzione di carburanti di origine vegetale.

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La soia rientra tra i “semi oleosi” ed è un vegetale appartenente alla famiglia dei legumi. Secondo gli studiosi la sua coltivazione risale a circa 5 mila anni fa in oriente, anche se oggi i maggiori produttori al mondo vedono la Cina solo al quarto posto, mentre il podio è formato da Stati Uniti, Brasile e Argentina. Nell’america Latina ci sono altri Paesi che ne hanno aumentato recentemente la produzione, come ad esempio l’Uruguay.

L’UE invece è quinta al mondo come produttore, grazie soprattutto all’Italia che è il primo produttore coprendo il 50% della produzione europea. Il maggiore Paese consumatore è invece la Cina, che usa circa il 50% della produzione mondiale e per questo si vede costretta a importarne grandi quantità.

N.B. Questo aspetto legato ai flussi di import/export è stato una delle cause della grande volatilità del prezzo della quotazione della soia negli ultimi anni a seguito delle sempre più frequenti tensioni tra Usa e Cina.

Se osserviamo infine l’ubicazione dei principali produttori al mondo vediamo che il carattere di stagionalità del prodotto è ampiamente diversificato e quindi non incide troppo sul prezzo. Questo a meno che non si vada su coltivazioni di tipo biologico che sono sfruttate in pochi Paesi soprattutto nella zona Ue, mentre all’estero si sfruttano produzioni soprattutto della soia geneticamente modificata (per resistere al glifosato). Per quanto riguarda la produzione nel nostro continente la stagione inizia con la semina da aprile a giugno e la raccolta da novembre, ma ovviamente in altri Paesi con stagioni differenti, come ad esempio l’Uruguay, è a maggio giugno il periodo di raccolta e quindi verso ottobre novembre quello della semina.

Andamento quotazione

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(Fonte: sito ufficiale Investing com – Data: 31 maggio 2019)

L’andamento del future sulla quotazione della soia mette in evidenza un trend altamente volatile, soprattutto a partire dal periodo in cui c’è stato l’avvio della guerra dei dazi tra gli Usa di Trump e la Cina. Ad esempio per quelli con scadenza luglio c’è stata una discesa del prezzo del 10% in un solo mese. Anche se tutte le materie prime alimentari di origine agricola, sono state ‘sconvolte’ da questa decisione del presidente americano (con introduzione di dazi sui prodotti cinesi per circa 200 miliardi di dollari), la soia è quella che ne ha risentito di più soprattutto perché la Cina era il principale importatore del prodotto dagli Stati Uniti.

A seguito di questa decisione però il Paese del dragone ha dirottato la domanda su altri produttori (come America Latina e Europa) ma allo stesso tempo ha anche ridotto la domanda per l’influenza suina che ha colpito gli allevamenti cinesi un po’ su tutto il territorio, con conseguente abbattimento dei maiali per i quali la soia costituisce l’alimento principale.

Previsioni

In base alle ultime evoluzioni geopolitiche il trend della quotazione della soia con una spinta verso l’alto del prezzo, anche se incostante, sembra essersi interrotto. Il condizionale è d’obbligo visto che la quotazione del trading è caratterizzata da alta imprevedibilità anche a causa dell’accumulo delle riserve della soia nei magazzini dei principali produttori europei (che mediamente importano per il fabbisogno di alimentazione degli allevamenti circa 14 milioni di tonnellate all’anno).

Dall’altra parte del mondo, in Uruguay, i coltivatori locali in prossimità della raccolta hanno fatto conoscere le loro stime sul risultato delle coltivazioni che dovrebbe segnare un nuovo record, che andrebbe a superare il risultato già in crescita del periodo precedente. In conclusione, secondo gli analisti, ci potremmo trovare di fronte a due possibili trend in contrasto:

  • la spinta verso una salita della quotazione dovuta al conflitto tra Usa e Cina sui dazi, che ha spinto la Cina a dirottare la domanda altrove, potendo però contare su una discreta scelta;
  • diminuzione della domanda per la moria di suini in Cina, con effetti sull’aumento delle riserve in Ue e altri produttori che invece spingerebbero verso una discesa del prezzo.

Ricordiamo inoltre le difficoltà dei produttori americani, appesi alla promessa di Trump di adottare misure di sostegno per le difficoltà di trovare compratori (la domanda dell’Ue non può colmare il gap lasciato dal dietrofront della domanda della Cina). Dal governo USA è infatti stata stanziata una somma di 15 miliardi di dollari, che ancora non è stata emanata per le difficoltà legate alla gestione della crisi.

Al momento la forza che sembra aver preso il sopravvento è quella ribassista e le stime per il futuro da parte degli analisti sono orientate su ampia volatilità e una prospettiva poco rosea.

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