Platino 2019: fin dove arriverà la quotazione?

Il mercato dei metalli preziosi ha raccolto un buon interesse da parte degli investitori sia piccoli che grandi. Nel caso specifico del platino la quotazione però vanta una storia breve, soprattutto se paragonata ai due metalli preziosi di eccezione, che sono l’Oro e l’Argento, sfruttati in vari tipi di utilizzo fin dai tempi più antichi.

Il Platino, che rimane tra l’altro un metallo raro, ha invece cominciato ad avere un ampio utilizzo in tempi relativamente recenti grazie all’impiego in vari settori dell’industria (ad esempio quella automobilistica) e della chimica. Per queste ragioni il prezzo e la relativa quotazione, è soggetta a valori importanti (seppur inferiori all’oro), che non lo rendono adatto a tutte le tasche e a tutti i tipi di investitori a meno di non rivolgersi ai titoli finanziari derivati come ad esempio i contracts for difference.

Perchè costa così tanto?

L’investimento diretto in Platino richiede un impegno economico e/o finanziario importante, ma a cosa è dovuto il prezzo alto della quotazione del Platino?

Abbiamo già detto che il platino è un metallo raro, ma ciò non è sufficiente a spiegare il motivo per il quale il prezzo oggi come ieri tende ad essere molto più elevato di altri metalli preziosi. A riguardo bisogna infatti analizzare anche il rapporto domanda/richiesta che spesso va incontro a deficit mondiali importanti. Ne è un esempio quello del 2013 quando la richiesta di Platino ha superato l’offerta di ben 17 tonnellate. Bisogna inoltre valutare le modalità estrattive che sono molto complesse e quindi più onerose rispetto ad altre commodities.

(Fonte: Coinvest com in data 19 febbraio 2019)

Trend

Nonostante l’elevato prezzo che può impaurire soprattutti gli investitori più piccoli il Platino può vantare una quotazione non troppo volatile seppur in progressivo calo rispetto al boom registrato dei primi tre anni di questo decennio. Vediamo infatti che il prezzo oggi nella valutazione in euro è minore rispetto a quella dell’oro di circa 600 euro, mentre è maggiore rispetto all’argento di circa 60 volte.

(Fonte: Coinvest com in data 19 febbraio 2019)

Ciò però non deve far pensare che si tratta di un bene rifugio da utilizzare nelle fasi poco brillanti del mercato. Anzi, come si può vedere dal grafico, in circa 10 anni il prezzo al grammo in euro è sceso da oltre 40 euro a circa 23 euro, mentre se consideriamo il prezzo per oncia, nella quotazione in dollari è passato da oltre 1200 dollari a poco più di 720 dollari.

I punti nei quali si nota una brusca riduzione sono quelli nei quali si verificano condizioni che influenzano la domanda, come riduzione della domanda di import export (o dell’impiego nella produzione), oppure la scoperta di un nuovo giacimento che aumenta l’offerta e incide sul prezzo.

(Fonte: Coininvest com/Bloomberg com – Data: 19 febbraio 2019)

Ampliando il discorso al decennio precedente vediamo che il prezzo ha invece vissuto una fase complessivamente positiva. Nel 2008 fu raggiunto il punto di massimo che vale ancora oggi, pari a circa 2000 dollari per oncia, con un valore di quasi due terzi maggiore rispetto a quello registrato in questi primi mesi del 2019.

(Fonte: Coininvest com/Bloomberg com – Data: 19 febbraio 2019)

Previsioni

Riportiamo di seguito i sentiment dei principali analisti come rilevato dal sito Investing com al 19 febbraio 2019. Come vediamo il target price, tranne qualche rara, eccezione è rivolto verso l’alto con la speranza dello sfondamento della barriera dei 1000 euro entro il 2020. Nel particolare abbiamo:

Analisti

Target price 2019

Target price 2020
ABN Amro

938

1050
Commerzbank

875

1025
JP Morgan

890

980
QCR Quantitative

725

675

Investire: in modo diretto oppure indiretto?

Come più volte evidenziato, per il platino, al di là del valore della quotazione, non si può parlare di un investimento aperto a tutti i profili di investitore. Quindi prima di avvicinarsi al suo mondo (e andamento) è bene valutare se la propria situazione/inclinazione di investimento rientra o meno nelle caratteristiche necessarie del trading in materie prime, e soprattutto in metalli preziosi.

Poi bisogna fare una successiva valutazione a seconda che si decida di fare un investimento diretto oppure uno indiretto. Nel primo caso, ci sono molti costi da considerare che rendono non brevi i tempi di possibile realizzo di un guadagno. Tra l’altro non sono così frequenti gli intermediari che trattano questo tipo di metallo, e comunque i costi di intermediazione e custodia incidono e di molto. Ci sono comunque dei tool online che si possono usare per fare una valutazione preliminare, come quello messo a disposizione da Coinvest com che vediamo di seguito:

(Fonte: Coininvest com – Data: 19 febbraio 2019)

Dal calcolatore vediamo che su un investimento annuale di di circa 23,500 euro il costo da aggiungere è di 340 euro. Poi bisogna anche considerare la tipologia di “prodotto in platino” da acquistare rappresentato più frequentemente da lingotti ma anche monete, che hanno una quotazione che considera il peso ma anche il tipo di effige riportata, ecc.

Il tipo di investimento indiretto supera questi limiti, in quanto non ci sono costi di custodia e amministrazione ma bisogna considerare lo spread che viene applicato dal tipo di broker scelto (come nel caso dei Cfd). Un aspetto che deve essere valutato (considerato che ci sono broker che applicano valori più bassi rispetto ad altri) prima di decidere di aprire un account e il proprio rapporto con quella società.

Tra i broker che attualmente consentono di investire in CFD sulla quotazione del platino troviamo ad esempio Plus500.

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